Cinque Sgr italiane conquistano il Trofeo europeo dei fondi: Zenit SGR tra queste

Parigi. Sulla passerella del Trofeo FundClass 2015, nell’annuale premiazione di marzo all’Automobile Club di Francia organizzata dalla società di analisi quantitativa delle performance FundClass, il mondo dei gestori di fondi italiani si e’ presentato quest’anno con una squadra di cinque Sgr vincenti, in costante miglioramento rispetto alle quattro premiate del 2014 e alle due del 2013.

 

Gli asset manager nazionali, i cui risultati medi dei rispettivi fondi a fine dicembre 2014 sono stati riconosciuti eccellenti dalla Giuria presieduta dal professore di finanza dell’Universita’ Dauphine di Parigi, Serge Darolles, sono i seguenti: Zenit nella categoria (da 4 a 7)  fondi, Arca (da 8 a 15), Symphonia (da 16 a 25), Anima (da 41 a 70) e Eurizon Capital, gruppo Intesa San Paolo (da 71 a 100 fondi).

La cerimonia di Parigi, alla nona edizione, è il punto d’arrivo annuale del lavoro di FundClass, la società di ricerche finanziarie che utilizza la metodologia Apt (Arbitrage price theory) dell’economista Usa Steve Ross. Grazie ad Apt si formano originali categorie che raggruppano fondi omogenei e paragonabili perche’ esposti agli stessi rischi. Le classifiche esclusive cosi’ stilate permettono di dare il Rating FundClass ai fondi europei con almeno 4 anni di vita: le 5 e 4 Stelle indicano una costanza di ottimi risultati (la scala ha 7 livelli: 5 Stelle, 4, 3, 2, 1 Stella, un segno meno – e due segni meno –) .

Ogni Paese, poi, ha avuto i propri vincitori nazionali: con i manager venuti dall’Italia a ritirare la targa (Martina Belloni per Zenit, Alberto Zorzi per Arca, Paolo Boretto per Symphonia e Alessandro Solina per Eurizon Capital) , sono saliti sul podio, premiati dal ministro lussemburghese della ricerca Marc Hansen e dal presidente di FundClass Francois Chauvet, i rappresentanti delle Sgr vincenti di Irlanda, Gran Bretagna, Spagna, Lussemburgo, Svizzera, Germania, Francia.

SEI DOMANDE AI GESTORI PREMIATI A PARIGI DA FUNDCLASS. 

Risponde Stefano Fabiani, responsabile Gestioni Patrimoniali.

PER CHI PUNTA SULLE AZIONI L’AREA DELL’EURO E’ LA PIU’ PROMETTENTE

 

1= Qual è l’asset allocation, ossia la ripartizione tra cash, bond e azioni, che consigliano oggi i vostri gestori ad un investitore di medio termine (5 anni) e di media propensione al rischio?  

Per il tipo di investitore descritto può essere indicata una quota di azioni fra il 20% ed il 30%, una quota del 10%/15% circa potrebbe essere dedicata a prodotti Absolute Return o Flessibili a volatilità contenuta, e la parte restante del portafoglio può essere allocata in bond, diciamo il 40%, su cui riteniamo importante adottare anche una diversificazione valutaria. Il residuo in cash.

2= Con gli indici di Wall Street ai massimi, le borse europee che hanno iniziato l’anno molto bene, e i paesi emergenti in alta volatilità, qual è la ripartizione della quota azionaria, geografica e/settoriale, che consigliate ad un investitore di medio termine (5 anni) e di media propensione al rischio?  

All’interno della componente azionaria privilegiamo l’area Euro, che beneficia di una serie di fattori positivi che dovrebbero sostenere i corsi azionari: Quantitative Easing, prezzo del petrolio in calo e deprezzamento dell’euro sono fattori che almeno nel breve dovrebbero dare respiro alle nostre economie. Anche il Giappone dovrebbe continuare a beneficiare del rialzo utili generato dalle politiche economiche ultra-espansive. Gli Stati Uniti rientrano nell’asset allocation ma in sottopeso rispetto al posizionamento negli indici globali.

3= Qual è la vostra previsione di performance entro fine 2015 per le Borse americana, italiana, europea e dei paesi emergenti?  

La nostra previsione sul primo semestre era e rimane decisamente positiva per la componente azionaria, in particolar modo sull’area dell’euro dove ci attendavamo un ritorno a doppia cifra. Ovviamente il contesto deve essere monitorato nel continuo e fare una previsione oggi sul fine anno risulta davvero difficile.

4= Qual è il vostro giudizio sul rafforzamento attuale del dollaro, che ha guadagnato il 20% circa sull’euro in pochi mesi? Dove potrà arrivare il cambio nelle vostre previsioni entro fine 2015?  

Il rafforzamento del dollaro è conseguenza delle attese di ampliamento del differenziale di tassi fra area euro ed Usa. In Europa resteremo a lungo con tassi vicino allo zero, negli Usa dovremmo assistere a un graduale ritorno alla normalità. Inoltre il differenziale di crescita è davanti agli occhi di tutti. Il movimento potrà quindi perdurare e la parità euro-dollaro pensiamo possa essere un primo obiettivo, condizionato da molti fattori esogeni.

5= In che misura incide il fattore valutario, oggi, nel costruire il portafoglio per un investitore che ha un orizzonte di medio termine a 5 anni?  

Proprio per la situazione sopra descritta, almeno nei prossimi 12/24 mesi, l’euro avrà tutte le caratteristiche per essere valuta debole. Quindi la componente valutaria assume un ruolo importante. Occorrerà fare attenzione ai primi segnali di successo della politica di Draghi per ridurre le esposizioni.

6= Con la politica dei tassi praticamente a zero e del quantitative easing della BCE, gli investitori tendono ad abbandonare i titoli di Stato a rating “sicuro” perché non danno rendimenti attraenti. Quali sono i vostri suggerimenti sulla quota di reddito fisso nei portafogli, considerando sia i titoli di stato in euro e in dollari, sia i corporate bond in euro e in dollari?  

Siamo in un nuovo contesto, quindi si procede con molta cautela. Occorre fare attenzione a peggiorare drasticamente il merito di credito del proprio portafoglio per cercare qualche decimo percentuale di rendimento in più. Nella valutazione globale occorre anche far rientrare il tasso di inflazione che tende verso zero e giustifica, almeno parzialmente, una minore redditività cedolare.