La sintesi dei principali avvenimenti finanziari
Settimana negativa per i mercati finanziari, che hanno ormai metabolizzato l’ipotesi di un accordo commerciale tra USA e Cina, ma rimangono incerti sui dettagli.
Negli Stati Uniti, dove la borsa ha messo a segno cinque ribassi giornalieri di fila, con una perdita di circa due punti percentuali in quella che si è rivelata la peggiore settimana dall’inizio del 2019, ha sorpreso negativamente il mercato del lavoro a febbraio, con una crescita di soli 20mila nuovi posti rispetto ad attese di 180mila.
A mitigare l’impatto del dato, la discesa del tasso di disoccupazione e, nei giorni precedenti, indici di fiducia delle imprese non manifatturiere migliori delle stime.
Negativo anche l’impatto sui mercati delle nuove stime OCSE di crescita del PIL 2019 – 2020, che ha visto l’organizzazione sovranazionale abbassare le previsioni soprattutto per i paesi europei e per il Canada.
Nell’area euro, la BCE ha mantenuto invariati i tassi e ha introdotto una nuova tornata di stimoli monetari, ribaltando in qualche modo la precedente scelta di neutralità di fine 2018, a fronte di un’economia continentale che sembra in via di rallentamento. Peraltro, la lettura dello stato dell’economia europea non è facile: nonostante l’abbassamento delle stime del PIL da parte dell’OCSE e della BCE, parecchi dati congiunturali sono usciti migliori delle attese, generando un rialzo dell’indice delle sorprese economiche dell’area, pur rimasto negativo.
Beneficiari della debolezza dei mercati azionari e delle ipotesi di rallentamento dell’economia sono stati i mercati obbligazionari, con una discesa delle curve dei rendimenti, e il dollaro, che ha guadagnato circa un punto percentuale sull’euro.
Tra le commodities, in calo nella settimana, merita di essere citato il prezzo del petrolio, salito in controtendenza rispetto alle altre materie prime.
Per quanto riguarda la settimana appena iniziata, vari temi sono meritevoli di attenzione: negli Stati Uniti l’Amministrazione Trump dovrebbe dettagliare le proposte di politica fiscale per il 2020, tra le quali i possibili tagli necessari a finanziare la costruzione del muro di frontiera con il Messico, a cui il presidente non sembra intenzionato a rinunciare.
In Cina si apre venerdì l’Assemblea Nazionale del Popolo, che tradizionalmente offre – attraverso i discorsi dei leader del paese – indizi sulle future politiche di Pechino.
In Europa, il Parlamento inglese è chiamato al voto sulle modifiche all’accordo tra governo e Unione Europea in tema di Brexit, mentre in Giappone si riunisce venerdì il consiglio della Bank of Japan per deliberare sulla politica monetaria.
Sotto il profilo macroeconomico, negli Stati Uniti sono attese tra gli altri le vendite al dettaglio e gli ordini di beni durevoli di gennaio, oltre all’inflazione e alla produzione industriale di febbraio. Nell’area euro, il dato di maggior rilievo dovrebbe essere l’indice dei prezzi al consumo di febbraio; per l’Italia, da segnalare anche fatturato e ordini all’industria di gennaio, interessanti soprattutto perché il dato di dicembre era risultato sensibilmente negativo e aveva impattato sulla borsa e sui titoli di stato domestici.
L’attività gestionale di Zenit SGR, proprio prendendo spunto dal rialzo del greggio, ha alleggerito in settimana con profitto alcune posizioni del comparto dell’energia, mentre sul tema bancario e finanziario, in generale debole nel periodo, ha inserito sui portafogli nuovi titoli di aziende attive nel campo dei non-performing loans, i crediti di difficile o dubbia esigibilità.