La sintesi dei principali avvenimenti finanziari
La settimana appena terminata conclude un ottimo trimestre per i mercati finanziari, caratterizzato dalla crescita degli indici azionari e dalla discesa dei tassi d’interesse. Anche nei sette giorni, l’andamento dei mercati ha replicato questo schema, nonostante i timori per i segnali di rallentamento dell’economia mondiale.
Negli Stati Uniti, si è fatta strada la convinzione che la Federal Reserve possa invertire la rotta sulla politica monetaria e questo, unito alle speranze di nuovi progressi nelle trattative commerciali con la Cina, ha sostenuto i mercati a dispetto di alcuni dati congiunturali più deboli del previsto. Facendo riferimento agli strumenti derivati sui tassi ufficiali, gli investitori puntano addirittura su un taglio del costo del denaro rispetto ai valori attuali tra la fine del 2019 e i primi mesi del 2020, anche se le dichiarazioni ufficiali della banca centrale sono più caute.
In Europa, i dati macro hanno mostrato un’inflazione sotto controllo in tutti i paesi che ha portato il presidente della BCE Draghi a confermare la necessità di una politica monetaria ancora accomodante per permettere alla crescita della regione di riaccelerare. Nel frattempo, l’ennesima bocciatura da parte del Parlamento britannico del piano May per la Brexit ha definitivamente cancellato l’accordo con l’Unione Europea: ora entro il prossimo 12 aprile si dovrà individuare un nuovo percorso per scongiurare il “no deal” che peraltro non è possibile a questo punto escludere dal novero delle opzioni.
Tra gli altri avvenimenti rilevanti, la Turchia ha portato i tassi overnight offshore al 1000% per difendere la divisa locale, scatenando un’ondata di vendite sul listino azionario domestico e sui titoli obbligazionari.
Nella settimana che inizia i dati di maggior rilievo per gli Stati Uniti dovrebbero essere le vendite al dettaglio e gli ordini di beni durevoli di febbraio e gli indici di fiducia delle imprese di marzo. In Europa oltre ai dati finali di marzo degli indici PMI di fiducia delle imprese, sono attesi la produzione industriale e gli ordinativi alle fabbriche della Germania, numeri di grande importanza per monitorare lo stato di salute della manifattura tedesca.
Questa settimana, inoltre, sono riprese le trattative in Cina tra Pechino e Washington su dazi e commercio bilaterale: secondo alcuni osservatori, il fatto che Trump abbia incassato una “vittoria” con la pubblicazione del rapporto Mueller, che non ha trovato evidenza di collusioni e interferenze russe nella campagna elettorale del 2016, potrebbe imprimere un’accelerazione verso un accordo, che sarebbe stato più difficile con un presidente “azzoppato” dalle accuse.
In Europa, dovrebbe essere una settimana decisiva per la Brexit, anche se non si possono escludere nuovi rinvii: il Parlamento britannico voterà per diverse mozioni non vincolanti per il governo e potrebbe puntare a una legge per indirizzare l’esecutivo o chiedere un secondo referendum popolare, ma i tempi molto ristretti e le divisioni dell’assemblea legislativa rendono le cose difficoltose.
L’attività gestionale di Zenit SGR è proseguita nella settimana con vendite dei titoli che avevano raggiunto i prezzi obiettivo, in un’ottica di razionalizzazione e concentrazione dei portafogli. La STAR Conference, organizzata a Milano da Borsa Italiana, ha permesso di fare il punto su numerose posizioni detenute sui portafogli specializzati sull’Italia e di confermare i titoli con le migliori prospettive di crescita, limando qualche partecipazione laddove invece sono emersi dubbi sulle strategie o i risultati delle aziende.