La sintesi dei principali avvenimenti finanziari
In una settimana leggermente negativa per i mercati azionari e più positiva sul fronte tassi d’interesse, un nuovo rischio politico è sopraggiunto con la notizia di una richiesta di impeachment che il Partito Democratico vorrebbe formalizzare a carico del presidente Trump per un presunto abuso di potere volto a interferire sulle elezioni presidenziali del prossimo anno.
In realtà, i mercati continuano ad essere concentrati prevalentemente sullo scontro commerciale tra USA e Cina: sotto questo profilo, ha destato preoccupazione la notizia che l’Amministrazione statunitense stia valutando misure per limitare i flussi di portafoglio verso la Cina, una mossa che sposterebbe il confronto tra le due potenze dal piano commerciale a quello finanziario, anche se rimane alta l’attesa per i negoziati che dovrebbero riprendere nel corso di ottobre.
Nel frattempo i dati congiunturali statunitensi hanno evidenziato luci e ombre dell’economia nazionale: basse le spese per consumi privati ad agosto, ma gli indici PMI si mantengono sopra la soglia dei 50 punti che separa le fasi espansive da quelle recessive.
Meno buoni gli indici PMI in Europa: preoccupante, in particolare il dato tedesco con un nuovo calo della fiducia del settore manifatturiero non sufficientemente controbilanciato da quello dei servizi, per cui l’indice composito è scivolato sotto la barriera dei 50 punti; il successivo indice IFO è uscito migliore delle attese nella componente attuale, ma peggiore delle aspettative per quanto riguarda il futuro, amplificando i timore di una possibile recessione nel cuore dell’Europa.
Infine in Gran Bretagna il governo è stato sconfitto da una sentenza della Corte Suprema che ha dichiarato illegittima la sospensione dei lavori del Parlamento: a questo punto, l’assemblea legislativa avrà più tempo per contrastare le ipotesi di un’uscita del paese dall’Unione Europea senza un accordo, ma con il rischio di una crisi politica e di nuove elezioni.
Nel corso della prossima settimana, negli Stati Uniti sono attesi gli indici ISM dei settori manifattura e servizi, con il primo che cercherà di riguadagnare la soglia dei 50 punti, oltre ai dati del mercato del lavoro, attesi abbastanza deboli e che potrebbero quindi riservare qualche sorpresa.
In Europa, gli indici di inflazione dei maggiori paesi dell’area euro e l’indice aggregato sono attesi in calo rispetto agli obiettivi di politica monetaria e dovrebbero sostenere la decisione della BCE di un nuovo round di misure straordinarie; nel Regno Unito, invece, l’indice PMI composito combatte, come nelle altre aree sviluppate, per non scendere sotto quota 50.
Nell’area asiatica, infine, gli indici PMI cinesi dovrebbero riflettere le tendenze già osservate per gli altri paesi, con un settore manifatturiero più pessimista e un comparto dei servizi ancora moderatamente fiducioso. Identica storia in Giappone, dove il sondaggio Tankan per il terzo trimestre potrebbe rivelare un numero sostanzialmente pari di imprese ottimiste e pessimiste sul futuro dell’economia nipponica, in particolare nella grande industria manifatturiera a vocazione internazionale.