La sintesi dei principali avvenimenti finanziari
Settimana negativa per i mercati azionari, con settembre che si avvia a far registrare il primo calo mensile per la borsa statunitense dallo scorso marzo.
I mercati temono che una seconda ondata di epidemia obblighi i governi a prendere nuove misure restrittive per la tutela della salute pubblica, colpendo un’economia globale che ha iniziato a riprendersi dopo il lockdown della scorsa primavera. In settimana il governo Johnson ha annunciato una stretta in Gran Bretagna per contenere i contagi, mentre altri paesi, tra cui Sudafrica e Cina, valutano invece parziali riaperture delle frontiere grazie al miglioramento della situazione sanitaria.
Un secondo tema che influenza i mercati è il pacchetto di stimolo all’economia che il Congresso statunitense sta mettendo a punto: in settimana le posizioni di Democratici e Repubblicani si sono allontanate, anche perché si è infiammata la lotta politica sulla sostituzione alla Corte Suprema del giudice Bader Ginsburg, deceduta nei giorni scorsi. Il timore è che il pacchetto di misure non riesca ad essere approvato nel corso del trimestre e quindi inizi a generare effetti solo a partire dall’anno prossimo.
Per quanto riguarda l’Italia, il risultato del referendum costituzionale e delle elezioni regionali sembra essere favorevole al governo; tuttavia, il mercato domestico non ha registrato un particolare disallineamento rispetto all’andamento generale, concludendo la settimana con una sensibile perdita.
Nella settimana che inizia, si terrà il primo dibattito per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, tra il presidente Trump e lo sfidante Biden. Trump ha anche intenzione di annunciare la nomina del nuovo membro della Corte Suprema per ottenerne la ratifica da parte del Senato prima delle elezioni, mossa che presumibilmente inasprirà lo scontro con i Democratici.
Sotto il profilo degli indicatori congiunturali, la settimana si preannuncia ricca di dati, a partire dai profitti industriali in Cina, proseguendo con l’indice dei prezzi al consumo tedesco, il PIL USA, quindi la produzione industriale in Giappone, gli indici PMI di vari paesi, il tasso di disoccupazione in Germania, l’indice ISM USA e infine il rapporto mensile sul mercato del lavoro statunitense.