investimenti: che cosa sono i minibond?
I minibond nascono da un’idea semplice, legata a bisogni autentici:
- in Italia, vi sono numerose eccellenti piccole e medie imprese (PMI) che hanno necessità di credito;
- il mercato del risparmio ha fame di rendimenti, soprattutto di natura obbligazionaria.
Sulla scia di queste esigenze, e grazie a una serie di innovazioni normative, oggi anche le piccole e medie imprese non quotate in Borsa possono raccogliere capitali sul mercato. Così nascono i minibond.
Si tratta di titoli obbligazionari emessi da piccole e medie imprese d’eccellenza che, così, hanno a disposizione un canale complementare di finanziamento per la crescita aziendale oltre a quello fornito del credito bancario (non sempre facilmente percorribile).
I minibond sono quindi vere e proprie obbligazioni emesse da aziende non quotate in Borsa, che però soddisfano determinati requisiti dimensionali ed economici. Ad esempio, non possono emettere minibond aziende che appartengono al settore bancario o troppo piccole, come le cosiddette micro imprese (aziende che presentano (a) un numero di dipendenti inferiore a 10 e (b) fatturato o totale dell’attivo inferiore ai 2 milioni di euro).
Inoltre, l’emittente deve possedere alcune caratteristiche specifiche:
- un chiaro progetto di sviluppo;
- un buon posizionamento di mercato;
- una valida offerta di prodotti e servizi;
- conti in ordine (il bilancio deve essere certificato da un revisore legale);
- un solido management.
Una volta emesso il minibond, questo può essere quotato sul segmento ExtraMOT PRO di Borsa Italiana, riservato a investitori professionali e istituzionali. La quotazione rappresenta uno strumento per dare grande visibilità all’emittente e alla sua storia di successo. Ne sono già stati emessi 124. E con caratteristiche molto appetibili per chi vuole investire in obbligazioni.
Un bel successo.
Considerate infatti che il 62% delle emissioni di minibond ha tasso cedolare compreso tra il 5% e il 9%: un eccellente investimento per chi è alla ricerca di un reddito integrativo attraverso un portafoglio di tipo income, che punta a cedole elevate.
Considerando che la maggior parte delle emissioni ha una scadenza massima di 5-6 anni, capite che si tratta di una redditività corrente davvero molto interessante. A puro titolo di riferimento, l’ultima emissione di BTP quinquennali hanno un tasso cedolare annuo di 0,70%: circa 10 volte meno della media dei minibond. La differenza è palpabile.
Insomma, questa dei minibond è una bella idea: si allarga il panorama degli attivi nei quali investire e si dà l’opportunità agli investitori istituzionali (attraverso fondi specializzati) di aiutare le piccole e medie imprese italiane, puntando sulla capacità e qualità imprenditoriale del nostro paese.
La domanda che molti di voi si faranno è: come investire in minibond, se il mercato primario e secondario di queste obbligazioni è riservato ai professionisti?
La risposta è semplice: si può sottoscrivere una quota del fondo direttamente alla fonte, oppure attraverso i fondi comuni, i quali a loro volta investono in fondi specializzati. È proprio ciò che fa il progetto Minibond Italia di Zenit SGR, che seleziona le migliori emissioni, diversificando i rischi di credito dei diversi emittenti e gestendo il fondo in modo professionale.