La sintesi dei principali avvenimenti finanziari
La scorsa settimana ha fatto registrare un andamento complessivamente positivo sui mercati finanziari, anche se privo di grandi slanci su indici e tassi.
Le notizie altalenanti sui negoziati tra USA e Cina hanno continuato a pesare sull’umore degli investitori, soprattutto dopo che il presidente cileno Piñera ha annullato il vertice APEC, nella cornice del quale si sarebbero dovuti incontrare Trump e Xi, a causa dei moti di protesta che scuotono il paese. Benché lo stesso presidente USA abbia rassicurato sulla firma dell’accordo in ogni caso, da Pechino sono filtrati dubbi sul raggiungimento di un’intesa più ampia e a lungo termine, dal momento che non ci sarebbero stati progressi significativi sui temi più controversi delle trattative.
La Federal Reserve, dal canto suo, ha nuovamente tagliato i tassi di un quarto di punto e il presidente Powell ha rilasciato dichiarazioni molto concilianti, sostenendo che non siano prevedibili rialzi del costo del denaro finché l’inflazione rimane così moderata; in effetti, i mercati continuano a scontare nuovi ribassi per almeno un ulteriore quarto di punto entro sei mesi.
Ambivalenti anche i dati congiunturali pubblicati in settimana: a fronte di un mercato del lavoro in buona salute, con un numero di nuove assunzioni superiori alle attese, alcuni indici di fiducia delle imprese su base regionale sono risultati negativi, anche se l’indice ISM manifatturiero è migliorato in ottobre rispetto al mese precedente, soprattutto nella componente dei nuovi ordini.
In Europa, confermata la nuova proroga per la Brexit alla fine di gennaio 2020, mentre la Gran Bretagna terrà elezioni anticipate in dicembre nella speranza di chiarire il quadro parlamentare a favore di una delle proposte di accordo con l’UE attualmente sul tavolo. Tra le notizie di mercato, di rilievo, anche per le ricadute sull’Italia, la trattativa tra FCA (Fiat) e il gruppo PSA (Peugeot) per formare una nuova società con azionariato paritetico, ma a guida francese, in grado di competere in un settore automobilistico sempre più in transizione verso nuove forme di mobilità.
Pochi dati congiunturali negli Stati Uniti nella settimana in corso: l’attenzione degli investitori sarà presumibilmente rivolta all’indice ISM non manifatturiero, che deve confermare una lettura oltre i 50 punti, e al sondaggio sulla fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan, che da tre anni ormai rimane stabilmente tra i 90 e i 100 punti.
In Europa gli appuntamenti di rilievo saranno il meeting di politica monetaria della Bank of England, che probabilmente lascerà invariati i tassi in uno scenario di incertezza politica che ha portato il paese alle elezioni anticipate, e i dati della produzione industriale tedesca, rilevanti alla luce del rallentamento dell’attività manifatturiera in atto in Germania.
Infine, in Cina i dati relativi a export e import faranno probabilmente registrare un’ulteriore contrazione in ottobre, frutto del rallentamento della domanda globale e del rialzo di settembre delle tariffe imposte sui prodotti asiatici dagli Stati Uniti.
Sui portafogli gestiti, in settimana abbiamo approfittato di alcuni ribassi nei prezzi per arrotondare posizioni di società multinazionali attive nel settore alimentare e in quello dei consumi di base, con una buona presenza anche nei paesi emergenti.