La sintesi dei principali avvenimenti finanziari
Settimana positiva per i mercati finanziari, sospinti soprattutto dalle buone notizie provenienti dal fronte guerra commerciale.
La ripresa dei negoziati USA – Cina ad alto livello, infatti, ha generato una ventata di ottimismo sulla possibilità di un accordo, anche se l’opzione più probabile è un’intesa su un numero limitato di materie, essendo molto più difficoltoso un compromesso ad ampio raggio. Un tweet del presidente Trump che lasciava intendere l’avvicinarsi dell’accordo ha galvanizzato i mercati, anche se non sono mancate in settimana le scaramucce tra le due potenze, tra cui l’inserimento in blacklist di otto società tecnologiche cinesi da parte di Washington.
Occhi puntati anche sulle banche centrali: non è sfuggita quindi la mossa della Federal Reserve che ha annunciato l’avvio di un programma di acquisto di titoli di stato a breve termine per sessanta milioni di dollari al mese a partire da metà ottobre. Ufficialmente, l’intenzione della banca centrale è quella di ridare liquidità al mercato interbancario statunitense, che nel mese scorso ha incontrato difficoltà tecniche che hanno fatto schizzare all’insù alcuni tassi d’interesse; tuttavia, alcuni osservatori si sono chiesti se questa scelta non preluda a un nuovo round di acquisti sul mercato obbligazionario (quantitative easing) come forma di politica monetaria straordinaria.
Tra gli altri rischi politici che potrebbero avere un impatto sui mercati, rimane tesa la situazione a Hong Kong, dove le proteste di piazza hanno innescato una risposta più violenta da parte delle forze dell’ordine, e in Medio Oriente, dove una petroliera iraniana è stata colpita nel Golfo Persico, forse in rappresaglia per l’attacco all’impianto di raffinazione del greggio in Arabia Saudita di qualche settimana fa, causando un aumento del prezzo del petrolio.
La Turchia, dal canto suo, ha annunciato il superamento in forze del confine siriano per combattere le milizie curde ed è stata minacciata di sanzioni sia dagli USA, sia dalla UE qualora la situazione degeneri, come temono molti osservatori.
Infine, pende sull’Europa l’incognita Brexit: a poche settimane dalla scadenza fissata per l’uscita del Regno Unito dall’Unione, la situazione resta estremamente fluida, mentre il passare dei giorni riduce le possibilità di raggiungimento di un accordo soddisfacente per entrambe le parti sul confine nordirlandese.
Nel corso della prossima settimana, l’attenzione sotto il profilo dei dati macroeconomici sarà riservata negli Stati Uniti soprattutto alle vendite al dettaglio di settembre, attese in crescita, anche grazie a indici di fiducia dei consumatori dal tono ancora ottimistico. Grande interesse anche per i risultati trimestrali delle aziende, che entrano con questa settimana nel vivo delle pubblicazioni.
In Europa, il sondaggio ZEW sull’economia tedesca cercherà di far luce sulla discesa dell’attività manifatturiera, sul contagio al settore dei servizi e soprattutto sulle attese per il 2020, forse la parte più importante del rapporto. Verso la fine della settimana si terrà un vertice dei capi di stato e dei primi ministri UE che sarà l’ultima occasione per discutere della Brexit prima del termine, più volte rinviato, per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione.
Sui portafogli gestiti, in settimana abbiamo incrementato il peso dei settori ciclici e di titoli value in particolare sui comparti chimico, cartario, minerario e tecnologico. Tra gli aumenti, un produttore di cellulosa attivo nel packaging cartaceo, che riteniamo possa gradualmente sostituire quello in plastica. Sulla componente azionaria domestica abbiamo rafforzato il peso dei titoli finanziari e partecipato al collocamento sul mercato primario di un titolo operante in ambito cybersecurity.