La sintesi dei principali avvenimenti finanziari
Modesti i movimenti sui mercati finanziari nella settimana appena trascorsa, in assenza di notizie decisive sui temi che maggiormente hanno influenzato gli investitori negli ultimi mesi.
Negli Stati Uniti, la temporanea conclusione delle trattative commerciali tra Washington e Pechino senza una chiara indicazione dei tempi per un accordo che il presidente Trump aveva lasciato intendere essere vicino ha deluso i mercati, che pure restano fiduciosi su un esito positivo della vicenda. I dati congiunturali hanno mostrato un’inflazione più contenuta delle attese che ha rafforzato la convinzione di una politica monetaria accomodante, alla base di un ritracciamento del dollaro nei confronti delle altre divise mondiali.
In Europa, Gran Bretagna e Unione Europea hanno concordato un nuovo rinvio di un semestre dell’uscita britannica dall’Unione con l’opzione per Londra di poter anticipare l’addio qualora il Parlamento riesca ad approvare le misure negoziate con Bruxelles per il post-Brexit.
Non particolarmente positivo è poi risultato l’aggiornamento periodico delle stime di crescita dell’economia mondiale prodotto dal Fondo Monetario Internazionale: l’organizzazione vede la crescita 2019 al 3,3%, il livello più basso dal 2008, con un taglio di 0,2 punti percentuali rispetto alle previsioni di gennaio, che diventano mezzo punto percentuale per quanto riguarda le variazioni previste del PIL di Germania e Italia.
Tra gli altri mercati, da segnalare la crescita del listino di Israele, che ha beneficiato della vittoria del premier Netanyahu alle elezioni politiche, mentre continua il rialzo dei prezzi del petrolio, spinto anche dai venti di guerra che provengono dalla Libia e dai timori che un inasprimento degli scontri tra le fazioni nel paese possa riflettersi sulla produzione di greggio.
Nella settimana appena iniziata i dati macroeconomici più rilevanti nell’area euro potrebbero essere gli indici PMI preliminari di aprile, in particolare quelli del settore manifatturiero, attualmente sotto la soglia dei 50 punti che indica le fasi di espansione dell’economia.
Negli Stati Uniti, invece, sono attesi i dati di produzione industriale, le vendite al dettaglio di marzo e alcuni indicatori relativi al settore immobiliare, sia volumi di costruzione, sia compravendite di case. Inizia anche la stagione di pubblicazione dei risultati trimestrali delle aziende quotate: negli Stati Uniti si parte con le banche e i servizi finanziari (in settimana sono previsti gli utili di Goldman Sachs, Citigroup, Bank of America, Blackrock, US Bancorp, Bank of New York Mellon, Morgan Stanley e American Express), oltre a un ristretto numero di titoli industriali maggiori, tra cui Johnson&Johnson e IBM.
In Europa il grosso degli annunci trimestrali delle aziende partirà dopo le vacanze pasquali: in questa settimana sono attesi una decina di risultati tra le 500 maggiori capitalizzazioni continentali, tra cui in Italia Saipem.
L’attività gestionale di Zenit SGR nel corso della settimana ha alleggerito alcune posizioni sui portafogli azionari domestici, incrementando anche le coperture al rischio effettuate attraverso strumenti derivati, mentre sulla componente estera è stato introdotto un titolo di primaria banca internazionale particolarmente attiva sull’area emergente e asiatica, per beneficiare di un’esposizione indiretta a questi mercati.