La sintesi dei principali avvenimenti finanziari
Settimana sostanzialmente positiva per i mercati finanziari, conclusa da un lato dall’annuncio di un parziale accordo tra USA e Cina, che dovrebbe escludere l’applicazione di nuove tariffe doganali sull’import da Pechino, e dall’altro dalla netta vittoria dei Conservatori alle elezioni generali in Gran Bretagna, che dovrebbe facilitare l’uscita del paese dall’Unione Europea entro la fine del prossimo gennaio.
L’annuncio dell’accordo commerciale tra Pechino e Washington è stato dato da fonti cinesi che hanno precisato che l’intesa non è ancora formalizzata; la controparte statunitense ha tuttavia confermato che le nuove tariffe doganali previste per metà dicembre non scatteranno e che alcune di quelle precedentemente imposte saranno diminuite.
Positiva la ricezione da parte dei mercati del risultato elettorale britannico, che pone fine a una situazione di incertezza sullo status del paese come membro dell’UE. Scarse invece le reazioni alla notizia dell’apertura formale della procedura di impeachment contro il presidente Trump, un evento probabilmente già metabolizzato dagli investitori nelle passate settimane.
Sotto il profilo dei dati pubblicati in settimana, migliori delle attese le statistiche in Europa, in particolare il sondaggio ZEW tedesco e i dati di produzione industriale in Francia, mentre sono risultate deboli come da aspettative le esportazioni cinesi, duramente colpite dai dazi.
Nessuna novità di rilievo dai meeting di politica monetaria delle banche centrali: la Federal Reserve ha confermato i tassi di riferimento vigenti e ha escluso nuovi rialzi in assenza di un significativo cambiamento dello scenario, mentre la BCE ha confermato le attuali misure fino all’avvicinamento agli obiettivi di inflazione.
Nella settimana entrante i dati di maggior rilievo pubblicati negli Stati Uniti saranno la produzione industriale di novembre, alcune statistiche sul mercato dell’edilizia residenziale, la stima flash di dicembre degli indici PMI e i dati mensili relativi al reddito e alle spese dei consumatori.
In Europa sono attesi la stima degli indici PMI di dicembre sia della zona euro sia della Gran Bretagna, l’indice IFO tedesco e il meeting di politica monetaria della Bank of England, che probabilmente manterrà i tassi invariati, potendo anche contare su un governo in grado di implementare le politiche economiche dichiarate grazie a una maggioranza parlamentare più forte.
Anche in Giappone la banca centrale terrà probabilmente invariati i tassi, in attesa di verificare l’efficacia delle misure fiscali che il governo intende varare, mentre in Cina gli indicatori mensili dell’attività economica dovrebbero auspicabilmente mostrare una certa stabilizzazione dopo le discese degli ultimi mesi.