La sintesi dei principali avvenimenti finanziari
Il progressivo calo dei nuovi casi registrati di coronavirus secondo i dati raccolti dall’OMS e la riapertura di alcune fabbriche in Cina hanno convinto gli investitori che hanno dato fiducia ai mercati azionari anche in questa settimana, nonostante le notizie che filtrano da Pechino mettano in luce una situazione lontana dalla normalità, con un terzo dei voli in entrata e in uscita dal paese cancellati nelle ultime tre settimane e parecchi congressi ugualmente rimandati a data da destinarsi.
La revisione della metodologia di diagnosi della malattia ha ulteriormente aumentato i casi registrati, anche se si tratta in maggioranza di pazienti individuati nelle fasi iniziali della diffusione dell’epidemia e finora il contagio al di fuori della Cina è stato relativamente sporadico.
Sul fronte economico, la banca centrale cinese ha effettuato ulteriori iniezioni di liquidità per fronteggiare l’effetto negativo sulla crescita delle misure necessarie al contenimento del virus, mentre la fiducia dei mercati si è estesa alle valute emergenti, che hanno messo a segno un buon rimbalzo rispetto al dollaro.
Negli Stati Uniti, le vendite al dettaglio sono risultate in crescita ed evidenziano una tenuta dei consumi, che sono stati negli ultimi anni il motore della crescita economica USA, mentre nell’area euro la produzione industriale di dicembre ha fatto registrare un marcato calo, segno delle difficoltà che ancora nell’ultimo trimestre dello scorso anno ha incontrato il comparto manifatturiero del Vecchio Continente.
Anche sotto il profilo politico i mercati europei hanno risentito da un lato del ritiro in Germania di Kramp-Karrenbauer, considerata l’erede di Angela Merkel, che rimette in discussione la difficile successione a una delle figure politiche più longeve sulla scena europea, e dall’altro in Irlanda del successo elettorale del Sinn Fein, il partito indipendentista a lungo marginalizzato dalle altre forze politiche del paese.
Degno di nota, sul mercato obbligazionario, la discesa del rendimento decennale dei titoli di stato greci sotto l’1%, che da un lato evidenzia i miglioramenti del paese sotto il profilo macroeconomico e dall’altro l’impatto delle misure straordinarie di politica monetaria volute dalla BCE.
Infine, tra le materie prime, crescita del prezzo del petrolio, a dispetto delle previsioni di un calo della domanda nel primo trimestre del nuovo anno, che rappresenterebbe un evento mai verificatosi nell’ultimo decennio.
Nella settimana che inizia le banche centrali di Stati Uniti e zona euro pubblicheranno le minute delle sedute di gennaio dei comitati di politica monetaria, tradizionale appuntamento per valutare le opinioni dei singoli componenti, in particolare per quanto riguarda la Federal Reserve.
Tra gli altri eventi politici, di un qualche rilievo la riunione dei leader dell’UE per ridiscutere il bilancio pluriennale alla luce della Brexit.
Tra i dati congiunturali in via di pubblicazione, gli indici PMI manifatturieri, alcuni numeri del mercato immobiliare negli Stati Uniti e il sondaggio ZEW sulle aspettative per l’economia degli operatori finanziari tedeschi.
Per quanto riguarda gli utili aziendali, infine, sono previsti in settimana i dati di Walmart, di alcune grandi aziende del settore energia e di quello bancario e di alcuni nomi minori.
Sui portafogli gestiti si è proseguito a prendere profitto su alcune posizioni che hanno performato in modo eccellente, quali i titoli legati al settore dell’idrogeno. Prudenzialmente è stata ridotta l’esposizione azionaria complessiva, accompagnando il movimento rialzista, tramite incremento delle coperture di portafoglio.