La sintesi dei principali avvenimenti finanziari
In settimana mercati ancora negativi, tra segnali di inflazione e la situazione di stallo in Ucraina, con i negoziati tra le parti sostanzialmente interrotti.
Per quanto riguarda i prezzi, in Gran Bretagna l’inflazione anno su anno ha toccato il 9%, segnando un livello record degli ultimi decenni, mentre nell’area euro è rimasta stabile tra il 7% e l’8%. In un discorso particolarmente severo, il presidente della Federal Reserve Powell ha dichiarato che la banca centrale americana continuerà ad aumentare i tassi finché non vedrà chiari segnali di inversione nella crescita dei prezzi, mentre in Cina le autorità hanno invece ridotto il costo del denaro per stimolare la crescita economica, colpita anche dai lockdown messi in atto per implementare la strategia “Covid zero”.
Proprio il tema della crescita economica si aggiunge alle preoccupazioni dei mercati: nel primo trimestre l’area euro ha fatto registrare una variazione del PIL di pochi decimali, che nel caso dell’Italia è stata addirittura negativa, mentre la Commissione Europea stima che l’impatto della guerra in Ucraina ridurrà la crescita dell’economia continentale di quasi due punti percentuali. Paradossalmente, la Russia ha fatto registrare nei primi tre mesi dell’anno un incremento del PIL di oltre tre punti percentuali, nonostante la guerra e le sanzioni.
Nella settimana che inizia, le minute dell’ultima riunione di politica monetaria della Federal Reserve forniranno indizi sui temi di discussioni e sulle opinioni dei singoli componenti, anche se la strada che la banca centrale intende seguire è molto chiara.
Per quanto riguarda la pubblicazione degli utili trimestrali, sarà il momento delle banche canadesi, che tradizionalmente comunicano i risultati quasi in contemporanea, e delle cinesi Alibaba e Baidu, nonché della società produttrice di PC Dell.
Infine, sul piano macroeconomico, i dati di maggior rilievo saranno i PMI relativi a diversi paesi, che offriranno una sintesi del grado di fiducia delle imprese, i dati di reddito e spese personali negli Stati Uniti, oltre all’aggiornamento del PIL e del relativo deflatore nel primo trimestre, il sondaggio IFO in Germania e l’indice di fiducia dei consumatori redatto dall’Università del Michigan.