La sintesi dei principali avvenimenti finanziari
Settimana sostanzialmente positiva per i mercati azionari mondiali, con la pubblicazione di risultati aziendali in Europa e in America eterogenei ma senza sorprese eccessivamente negative.
In Europa i listini sono stati frenati dalla pubblicazione di indici PMI manifatturieri ancora deboli, anche se stabili rispetto ai mesi precedenti, mentre negli Stati Uniti la prima stima del PIL del secondo trimestre è risultata leggermente migliore delle attese, benché in rallentamento.
Notizie positive anche sul fronte delle trattative commerciali tra Pechino e Washington, che dovrebbero riprendere a breve e ad alti livelli; in segno di buona volontà la Cina ha accettato di aumentare le importazioni di soia statunitense, dopo le concessioni fatte dall’Amministrazione Trump su Huawei.
Sul fronte delle politiche monetarie, la BCE ha confermato i livelli dei tassi d’interesse di riferimento ma ha aperto la strada a nuovi stimoli monetari dell’economia riconoscendo che lo scenario è in via di peggioramento; le decisioni, tuttavia, saranno verosimilmente adottate a partire da settembre, nell’imminenza del cambio della guardia al vertice dell’istituto tra Draghi e Lagarde.
Nel frattempo, Boris Johnson ha sostituito Theresa May alla guida del governo britannico: compito dell’ex-sindaco di Londra, convinto fautore della Brexit a differenza di chi l’ha preceduto, sarà di negoziare ulteriormente le condizioni per l’uscita del Regno Unito dalla UE, anche a costo di non raggiungere alcun accordo e procedere con lo scenario no-deal, che gli analisti avvertono potrebbe condurre il paese alla recessione.
Prezzo del petrolio in altalena come risposta alle tensioni provenienti dal Golfo Persico, soprattutto dopo il sequestro di una petroliera inglese da parte di Teheran, mentre sono riprese le proteste a Hong Kong, fronteggiate dalle forze di sicurezza del governo locale.
Nel corso dei prossimi giorni, si terrà la riunione di politica monetaria della Federal Reserve, che dovrebbe tagliare i tassi di un quarto di punto percentuale e probabilmente indicare ai mercati le proprie intenzioni per i mesi successivi. Oltre a questo importante appuntamento, si preannuncia una settimana ricchissima di dati che potrebbero influenzare i mercati: redditi e spese personali per il mese di giugno, gli indici ISM di luglio, il tasso di disoccupazione e i numeri del mercato del lavoro, gli indici di fiducia dei consumatori e gli ordini di beni durevoli industriali.
In Europa, i dati di maggior rilievo saranno quelli relativi alla crescita del PIL nel secondo trimestre, stimata in rallentamento a +0.2% nell’area euro, oltre agli indici dei prezzi al consumo; prevista, inoltre, la riunione di politica monetaria della Bank of England che dovrebbe lasciare i tassi della sterlina invariati ma adottare comunque un atteggiamento più espansivo.
Per quanto riguarda l’Asia, gli indici PMI della Cina dovrebbero rimanere in una zona di contrazione dell’economia, sebbene vicina alla soglia dei 50 punti e in miglioramento, mentre la produzione industriale giapponese potrebbe risentire della debolezza della domanda esterna.