La sintesi dei principali avvenimenti finanziari
Forte ripresa in settimana dei mercati azionari e delle materie prime, dollaro debole rispetto all’euro e tassi di interesse generalmente in crescita.
Digerite le notizie sulla crisi del settore bancario, a cui le autorità stanno cercando di porre rimedio – negli Stati Uniti, ad esempio, tornerà verosimilmente una maggiore regolamentazione degli istituti di medie dimensioni dopo la deregulation voluta dalla presidenza Trump – l’attenzione degli investitori è tornata sui dati economici e sulle banche centrali.
La pubblicazione della variazione del PIL statunitense nel quarto trimestre ha evidenziato che l’economia americana è cresciuta leggermente meno del previsto (+2.6% rispetto ad attese di +2.7%), ma il deflatore del PIL – l’indicatore dei prezzi maggiormente tenuto in considerazione dalla Federal Reserve – è anch’esso cresciuto meno del previsto (+5% rispetto ad attese di +5.1% e +4.6% nella versione core rispetto a stime di +4.7%), confermando che l’inflazione USA appare in contenimento.
A tal proposito, in un recente incontro il presidente della Federal Reserve Powell è parso avvalorare l’ipotesi di un ultimo rialzo dei tassi nel corso di quest’anno, che porterebbe il livello del costo del denaro poco sopra il 5%, anche se i mercati non si attendono tagli dei tassi per tutto il 2023.
Nella settimana entrante, non si preannunciano eventi di particolare rilevanza, mentre la chiusura del trimestre pone fine alla pubblicazione dei risultati societari, in attesa dei dati del primo quarto del 2023.
Sotto il profilo congiunturale, invece, il rapporto mensile sul mercato del lavoro negli Stati Uniti sarà presumibilmente il dato di maggior interesse: dopo due mesi di sorprese positive, gli analisti si attendono un rallentamento per quanto riguarda marzo. Inoltre, sono attesi in settimana gli indici PMI manifatturieri in vari paesi, gli indici ISM negli Stati Uniti, la produzione industriale in Francia e in Germania.