La sintesi dei principali avvenimenti finanziari
Settimana favorevole per i mercati azionari, che hanno beneficiato di una striscia di dati congiunturali positivi, provenienti in particolare da Stati Uniti e Cina.
Negli Stati Uniti, gli indici di fiducia delle imprese sono lievemente cresciuti rispetto ai precedenti livelli, mantenendosi saldamente in una zona espansiva, e il mercato del lavoro a marzo ha visto una crescita mensile dei nuovi occupati che ha sfiorato le 200mila unità.
Anche in Cina gli indici PMI delle imprese manifatturiere hanno battuto le attese, tornando sopra la soglia dei 50 punti, mentre hanno avuto minor impatto sui mercati i dati europei, negativi a livello aggregato nel settore manifatturiero, positivi in quello dei servizi e con numeri più bassi delle stime in Germania sugli ordinativi alle fabbriche.
Tra gli altri eventi che hanno influenzato l’andamento dei listini, la ripresa dei negoziati tra USA e Cina a Washington, riguardo alla quale il presidente Trump si è detto fiducioso di poter annunciare un accordo “monumentale” nelle prossime settimane.
Nel frattempo, è proseguita la saga Brexit: il Parlamento britannico ha dapprima bocciato tutte le mozioni di indirizzo per il governo volte a sbloccare l’impasse, per poi approvare con un solo voto di scarto una legge che impegna il governo a chiedere una proroga dell’uscita all’Unione Europea, per escludere un eventuale no deal.
Pochi cambiamenti nella settimana su tassi e valute, con movimenti di maggior rilievo soprattutto nel comparto delle divise emergenti, mentre tra le materie prime da segnalare la salita del prezzo del greggio, che ha toccato a Londra i 70 dollari al barile.
Nella settimana che inizia sono attesi i dati di inflazione negli Stati Uniti e la produzione industriale in Europa, che dovrebbe offrire qualche ulteriore lume sullo stato di salute del settore manifatturiero dell’area euro.
Gli occhi degli investitori rimarranno presumibilmente puntati anche sui negoziati USA-Cina, soprattutto dopo gli annunci velatamente ottimistici di Trump: secondo voci, i due paesi starebbero trattando su un accordo che conceda a Pechino di ottemperare agli impegni presi con Washington sugli acquisti di materie prime e la proprietà americana delle imprese operanti in Cina entro il 2025.
Sul dossier Brexit, il governo inglese ha formalmente chiesto all’Unione Europea un’ulteriore proroga dell’uscita fino al prossimo 30 giugno, implicitamente accettando la partecipazione del Regno Unito alle prossime elezioni europee. A tale richiesta dovrà rispondere nei prossimi giorni l’UE: il presidente del Consiglio Europeo Tusk si è detto favorevole a una “flextension”, una proroga flessibile di un anno fino al 31 marzo 2020 con la possibilità per la Gran Bretagna di anticipare l’uscita nel caso venga approvato l’accordo siglato con la stessa Unione, magari attraverso la collaborazione dei conservatori al governo con il partito laburista.
L’attività gestionale di Zenit SGR ha marginalmente ritoccato i portafogli nel corso della settimana: accompagnando i rialzi più pronunciati, abbiamo preso profitto da alcune posizioni, iniziando viceversa la costruzione di una posizione nel settore dei videogiochi e inserendo una nuova società attiva nel campo della biotecnologia e in particolare nel sequenziamento genetico.