Ogni indicatore ha il suo momento
È utile seguire gli esperti e gli investitori, anche se nessuno è infallibile.
Le scelte delle banche centrali, i tassi, la massa monetaria e quindi la liquidità, sono sempre stati indicatori determinanti per chi deve investire. Sono presupposto della politica monetaria soprattutto Pil, disoccupazione e inflazione.
“Altri indicatori – sottolinea Marco Rosati, che vede il mercato dall’85 e ora da amministratore delegato di Zenit SGR – vivono fasi di attenzione e di disinteresse in rapporto al momento economico. Il prezzo del petrolio è sempre molto seguito, ma lo è in particolare in alcuni momenti come questo. In alcuni casi sono scattate vere e proprie mode. Nel boom della new economy andava molto l’andamento degli utilizzatori di Internet. Per il mercato statunitense la costruzione di nuove case è sempre importante, l’Europa solo negli ultimi anni ha sviluppato l’attenzione agli utili societari, molto seguiti negli USA. In questo momento l’enfasi è soprattutto sui tassi e sull’obbligazionario e quindi le attese e le decisioni rilevanti vengono evidentemente dalle banche centrali: Usa, Europa e Giappone”.
Rosati ritiene che soprattutto ora con mercati fortemente interconnessi, la partita sia persa in partenza, porta tanto stress e pochissimi vantaggi. Questo comportamento:
“Sposta l’attenzione – afferma Rosati – sul brevissimo e confonde, anche gli stessi investitori istituzionali, sulle scelte meditate di al location. Enfatizza l’attenzione sul breve termine con il rischio di far perdere di vista le performance di medio periodo”.