zenit: progetto minibond italia pronto a investire nel mondo dei media. il futuro? tutto indica ottimismo
Una raccolta di circa 50 milioni di euro da 27 investitori e 7 emissioni a sostegno di pmi italiane. Sono questi i numeri salienti del 2015 per il Fondo Progetto Minibond Italia di Zenit Sgr, che per il 2016 ha già pronta ai blocchi di partenza una nuova operazione in un settore ancora inesplorato: quello dei media. Di questo e molto altro abbiamo parlato con Giovanni Scrofani, gestore del Fondo Progetto Minibond Italia di Zenit Sgr.
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Dottor Scrofani, come è andato il primo anno di operatività del fondo PMI?
Il 2015 è stato un anno molto intenso per il fondo sia sul fronte degli investimenti che sul fronte della raccolta. Ad oggi abbiamo raccolto circa 50 milioni di euro da 27 differenti investitori, tra cui banche del territorio, assicurazioni, casse di previdenza, confidi, fondazioni, Sgr, fondi pensione e investitori professionali. La raccolta continuerà fino a luglio 2016 ed è aperta anche a investitori retail, ma con un investimento minimo di 500.000 euro.
Abbiamo investito in 7 emissioni per un controvalore complessivo di circa 13 milioni di euro e un rendimento medio del 5,4%. A ciò va aggiunta un’altra operazione che è gia stata deliberata ed è in fase di regolamento.
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Come selezionate le aziende? Quali sono gli aspetti di un’azienda o piano industriale a cui fate maggiormente attenzione?
L’indipendenza della Sgr contribuisce a migliorare la qualità del processo di origination e delle opportunità di investimento. L’origination dei potenziali emittenti vede il coinvolgimento di un articolato network di soggetti. A titolo esemplificativo:
- istituzioni finanziarie e in particolare banche di piccole e medie dimensioni fortemente radicate sul territorio;
- intermediari finanziari specializzati che agiscono da arranger/advisor degli emittenti;
- scouting diretto da parte dell’advisor del fondo e delle strutture operative della Sgr;
- società di consulenza, revisione, professionisti con i quali la sgre ha relazioni consolidate oltre ad associazioni di categoria e organizzazioni territoriali (Confindustria, Unione Industriali, Camere di Commercio, etc.) in partnership con Zenit Sgr;
- “candidature spontanee” degli emittenti.
Le società oggetto d’investimento sono prevalentemente pmi che presentano caratteristiche specifiche:
- bilancio assoggettato a revisione contabile;
- adeguato livello di rating (emesso da un’agenzia accreditata ESMA);
- contenuti livelli di indebitamento;
- buon livello di patrimonializzazione;
- buona redditività lorda delle vendite
- ambiziosi ma sostenibili progetti di crescita e internazionalizzazione.
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Ci potete fare un esempio concreto che ritenete sia stato importante per Zenit SGR?
Siamo fieri di ogni singola operazione sottoscritta dal Fondo PMI e ognuna presenta peculiarità e caratteristiche che la rendono unica rispetto alle altre. La prima operazione del Fondo, in particolare, ha visto la sottoscrizione del MiniBond emesso da Essepi Ingegneria SpA: l’operazione in quel caso non si è esaurita nel finanziamento, ma ha visto anche l’accompagnamento della società in un processo di diversificazione del business, crescita e strutturazione.
Essepi Ingegneria si è trasformata da Srl a SpA, ha fatto un aumento di capitale rilevante, ha dato mandato per la revisione dei bilanci a una Big Four e ha allargato la propria governance ad una persona di gradimento del fondo. Inoltre si tratta della prima operazione garantita dal Fondo Centrale di Garanzia. In generale comunque, in ogni operazione verifichiamo la possibilità di ottenere delle sinergie sfruttando, ove possibile, anche le opportunità normative (vedi la garanzia del Fondo Centrale o altre garanzie a livello regionale quale ad es. la SFIRS).
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Che legame si crea tra Zenit Sgr e il management dell’impresa?
Durante l’intero processo di analisi incontriamo il management della società per tutti gli approfondimenti necessari alla valutazione, soprattutto per conoscere le persone che la guidano comprendendone visioni, progetti e mentalità. Da ciò si creano dei rapporti di fiducia destinati a durare nel tempo.
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Avete già qualche nuova pmi su cui intendete puntare nel 2016? Cosa potete anticiparci?
Ai primi di febbraio presenteremo al cda una proposta di delibera per investire nell’emissione di un minibond di una società quotata che opera nel settore dei media, un’area in cui non siamo ancora entrati. In generale quello che posso segnalare è che siamo un player riconosciuto sul mercato per la professionalità e indipendenza e ciò contribuisce a migliorare in maniera sensibile la qualità del processo di origination e di valutazione delle opportunità di investimento.
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Come immaginate il mercato dei Minibond tra 5 anni?
È sempre difficile fare delle previsioni, specialmente se abbracciano un arco temporale molto lungo. Quello che posso dire è che stiamo parlando di un mercato nuovo, in piena evoluzione e che fino ad oggi ha dato segnali confortanti di crescita. Al momento dunque non ci sono motivi per pensare che questo possa improvvisamente implodere: da un lato gli investitori professionali (e non) hanno grandi disponibilità finanziarie ma enormi difficoltà nel trovare strumenti finanziari che forniscano loro un adeguato rapporto rischio/rendimento, mentre dall’altro l’attuale dipendenza delle aziende dal mondo bancario spinge sempre più imprenditori a valutare forme alternative e più stabili di finanziamento.
Se il governo continuerà a supportare lo sviluppo di questo mercato come fatto fino ad oggi (per esempio tramite le agevolazioni fiscali per i fondi pensione e le casse di previdenza), non ci sono motivi per pensare che tra 5 anni il mercato non sarà fiorente.